MARSUPIO TERAPIA E POI.... 

(di Raffaella Doni - Pedagogista)

I piccoli che vengono al mondo un po’ troppo presto, non hanno solo bisogno di cure mediche e sicurezza batterica. I genitori lo sanno, lo sentono, anche se spesso sono frenati dall’ambiente ospedaliero, dalle barriere fisiche, da tutti i fili e i macchinari che bloccano i loro cuccioli. L’istinto dice loro di prenderli in braccio, di avvolgerli, di toccarli delicatamente e a lungo.

La scienza medica ha dovuto molto studiare per arrivare dove l’istinto materno e paterno era già arrivato da secoli: l’Organizzazione Mondiale della sanità ha affermato che “la marsupio terapia, tenere i neonati sul petto nudo di mamma o papà per un tempo prolungato, è efficace per il controllo della temperatura, per l’allattamento e l’attaccamento in tutti i neonati, indipendentemente dal luogo di nascita, dal peso, dall’età gestazionale e dalle condizioni cliniche.”

Sempre in più centri specializzati per la cura dei bimbi prematuri i genitori possono sperimentare la marsupio terapia più volte durante il periodo di ospedalizzazione. Spesso i genitori si rendono conto che la terapia “funziona per loro”, li calma, li rimette in contatto con il loro cucciolo, fa sentir loro utili ed importanti. Questi sono solamente effetti collaterali, effetti secondari rispetto al beneficio che ne trae il piccolo, ma comunque effetti reali e importanti.

Una volta a casa è vero che si potrebbe continuare la marsupio terapia con le stesse attenzioni e le stesse procedure del reparto di terapia intensiva, ma spesso, soprattutto se il bambino sta bene e si cerca di riprendere una vita normale, non si trova il tempo di ritagliarsi quei dolcissimi spazi di contatto.

Una soluzione possibile può essere quella di usare la fascia sia come mezzo di trasporto sia come metodo per tenersi addosso il bimbo qualche ora anche in casa continuando con le normali occupazioni.
La fascia portabebè, a differenza dei normali marsupi permette una p
osizione naturale ed ergonomica anche per i neonati piccolissimi, molto simile alla posizione che assumevano nell’utero materno. Un piccolo portato nella fascia si ritrova realmente in un ambiente “familiare”: è in un posto piccolo e contenuto, da dove sente il battito del cuore e l’odore di chi lo porta, percepisce i diversi suoni che lo circondano in modo ovattato e primo tra tutti il suono della voce della mamma che gli arriva direttamente dallo sterno. Oltre a ciò il movimento ritmico rilassa e riequilibra.
I prematuri vengono al mondo “in debito” di contatto e l’essere portati nella fascia colma un po’ questo debito. Dopo tanto tempo in incubatrice, tra l’altro, hanno bisogno anche di tempo per sanare la ferita del distacco e quindi anche il contatto non è scontato.
Per alcuni bimbi ci vuole del tempo anche per imparare a rilassarsi durante la marsupio terapia e nella fascia, ma una volta rassicurati emotivamente acquistano quella serenità e quella sicurezza di base che non li abbandonerà più per tutta la vita. 

 

 

 

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