Pubblicato su Dolce Attesa, gennaio 2008

 

Rubrica Allattamento

 

Giorgia E.Cozza

 

Consulenza di

Carla Scarsi consulente de La Leche League

 

 

È NATO PRIMA: NUTRILO CON IL TUO LATTE

 

 

Non c’è cucciolo al mondo che abbia più bisogno del latte della sua mamma. Per i bimbi che hanno lasciato il grembo materno troppo presto, l’alimento materno è importantissimo, e per la mamma che ha vissuto l’esperienza traumatica di un parto prematuro, l’allattamento rappresenta la possibilità di ricreare quel legame interrotto in modo spesso drammatico. Nutrire con il proprio latte un bimbo nato prima del termine può rappresentare – almeno inizialmente – una sfida impegnativa, ma i benefici in termini di salute assicurati al proprio piccino e la soddisfazione di ‘avercela fatta’ ricompenseranno ampiamente la fatica materna.

 

Prematuri: non sono tutti uguali

Con il termine prematuri ci si riferisce a bimbi molto diversi: ogni nato prima della 37ª settimana si definisce infatti ‘pretermine’, ma è necessario distinguere tra i bambini che hanno anticipato i tempi solo di poche settimane e i ‘neonati di peso molto basso’, che sono venuti alla luce con un peso inferiore ai 1500 grammi, e ancora i ‘neonati di peso estremamente basso’ che, alla nascita, non raggiungono i 1000 grammi. È evidente che, in base alla settimana di gestazione, il peso e la presenza di eventuali complicazioni o patologie, cambieranno le modalità iniziali dell’allattamento.

Il bimbo solo leggermente prematuro che raggiunge o si avvicina ai due chili di peso, generalmente può poppare direttamente al seno, mentre per il piccino in incubatrice, che viene nutrito tramite sondino naso-gastrico i tempi saranno un po’ diversi, ma in ogni caso non c’è alcuna ragione per cui la mamma di un bimbo pretermine debba temere di non poter allattare.

 

Latte di mamma: la prima medicina

La professoressa Paula Meier, direttore per la ricerca clinica e la lattazione del “Rush Medical Centre” di Chicago, definisce il colostro un “farmaco salvavita” soprattutto per i bambini nati pretermine o con qualche problema di salute.

“Il bimbo prematuro più di ogni altra creatura ha assolutamente bisogno del latte di mamma e degli anticorpi in esso contenuti” spiega Carla Scarsi, consulente de La Leche League. “L’alimento materno, unico ed inimitabile, è la prima ‘medicina’. Recenti studi hanno, inoltre, evidenziato che il colostro delle donne che hanno partorito prematuramente, vanta una maggior concentrazione di anticorpi e ha un potere proteico superiore, rispetto al colostro delle mamme che hanno dato alla luce a termine il proprio piccino.

Nei casi di prematurità molto grave il latte materno può venire ‘fortificato’ con un’aggiunta di vitamine e sali minerali e resta, naturalmente, l’alimento ideale, cui nessuna formulazione artificiale anche se specifica per prematuri, può essere paragonata”.

 

Parola d’ordine: stimolare il seno

I bimbi che essendo nati fortemente prematuri o avendo qualche problema di salute, non possono poppare direttamente, potranno comunque nutrirsi con il latte che la mamma estrae dal seno. “Stimolare il seno è fondamentale” spiega la consulente de La Leche League, “ed è importante iniziare il prima possibile. L’ideale, se le condizioni di salute della mamma lo permettono, è provare a tirare o spremere il latte nelle prime ore dopo il parto, cominciando così a prendere confidenza con l’operazione di estrazione e assicurando le prime gocce di colostro al bambino (se ciò non è stato possibile, niente paura, si può comunque recuperare).

La stimolazione delle terminazioni nervose dei capezzoli raggiunge una ghiandola del cervello, l’ipofisi, che rilascia due ormoni: la prolattina che attiva la produzione di latte e l’ossitocina che provoca il riflesso di emissione (o discesa del latte). Una volta avviato il meccanismo della lattazione, la mamma dovrà preoccuparsi solo di mantenere la produzione in vista del giorno in cui il suo piccino comincerà ad attaccarsi direttamente al seno.

QUANDO?

Un neonato si attacca al seno almeno 10-12 volte nell’arco delle 24 ore e, in questo modo, stimola la produzione di latte. Almeno inizialmente, quindi, la mamma dovrà cercare di estrarre il latte il più frequentemente possibile, e comunque, almeno 7-8 volte al giorno (un’estrazione dovrebbe avvenire anche durante la notte). Il bimbo prematuro in questa fase non ha bisogno di grandi quantità di latte, ma è indispensabile avviare e mantenere la produzione.

COME?

Ci sono due metodi per estrarre il latte: la spremitura manuale (che consiste nella ‘spremitura’ del seno, tramite movimenti e pressioni delle dita) e il tiralatte, l’ideale è un modello professionale elettrico, completamente automatico, ad attacco doppio che permette di stimolare entrambi i seni contemporaneamente. Se l’utilizzo del tiralatte inizialmente risultasse un po’ traumatico per i capezzoli, occorre verificare che l’intensità sia ben regolata (non eccessiva) e la potenza sia sufficiente a garantire cicli di suzione molto frequenti (4-5 al secondo).

In caso di formazione di ragadi si suggerisce di spalmare della lanolina purificata”.

 

Qualche suggerimento ‘pratico’

Le prime ‘sedute’ al tiralatte, quando ancora non si ha confidenza con l’operazione, non producono, generalmente, che poche gocce di latte. È normale e non ci si deve scoraggiare. “Inizialmente anche pochi grammi di latte sono sufficienti” considera Carla Scarsi, “ricordiamoci, infatti, che lo stomaco di un piccino prematuro è piccolissimo”. Ci sono però dei semplici suggerimenti che possono facilitare l’operazione. “L’ideale sarebbe poter guardare il proprio bimbo o tenerlo in braccio” spiega la consulente, “se questo non è possibile, la mamma potrà tenere vicino una sua fotografia o un vestitino che gli appartiene. In un ospedale australiano alle madri vengono dati i pannolini che il piccino ha sporcato, poiché pare che siano di aiuto per favorire il bonding (cioè il legame tra mamma e figlio)”.

 

Un aiuto dalla marsupio terapia

Sicuramente d’aiuto per favorire la buona riuscita dell’allattamento al seno è la marsupio terapia. Il contatto pelle a pelle con il proprio piccino (il bimbo viene posato sul petto della mamma con addosso solo il pannolino) favorisce un avvio più precoce della produzione di latte, ma non solo. Sul corpo della madre il bambino ritrova finalmente la sicurezza e il conforto perduti prematuramente. Il battito del cuore a lui noto, l’odore, il calore della madre sono importanti per il piccolo e per il suo sviluppo neurologico. Studi e ricerche hanno dimostrato gli importanti benefici di questa pratica. Tra questi ricordiamo: una crescita più rapida, poiché il bimbo sul petto della mamma dorme più profondamente e piange di meno, conservando quindi le energie per crescere; meno problemi di termoregolazione, grazie alla sincronia termica tra madre e neonato (quando il bambino tende a raffreddarsi la temperatura corporea della mamma aumenta e viceversa), minor frequenza delle crisi respiratorie.

Se il bimbo non è ancora pronto per la marsupio terapia, si potrà comunque cercare un contatto con lui: saranno sufficienti un tocco lieve, una carezza, qualche parola sussurrata, per farlo sentire meno solo e regalargli la certezza che la mamma è vicina.

 

 

Per la mamma: riscatto e consolazione

Una nascita prematura rappresenta un evento sconvolgente per la donna. Il trauma per la separazione improvvisa dal bambino, il timore per le sue condizioni di salute, il senso di colpa (spesso presente, seppur immotivato) per non essere riuscite a portare a termine la gravidanza, rendono la mamma vulnerabile e bisognosa di sostegno. I medici e le ‘macchine’ tengono in vita il suo bambino e lei si sente inutile, esclusa dalla vita del figlio. “Ma c’è qualcosa che solo la madre può fare e si tratta di qualcosa di importantissimo” commenta Carla Scarsi, “lei può assicurargli l’alimento ideale in assoluto, quello che lo aiuterà a superare le difficoltà dei primi tempi, proteggendolo dalle infezioni e garantendogli benefici immediati e a lungo termine. Questa consapevolezza è di grande aiuto per la donna. Tirare il latte e consegnarlo in reparto per il suo piccino, le restituisce un ruolo primario e le permette di contribuire alla sopravvivenza e al benessere del suo bambino, dando un senso alle lunghissime ore che deve passare separata da lui”.

 

 

Finalmente al seno!

Raggiunto un certo peso, e superate eventuali problematiche di salute, il bimbo può finalmente attaccarsi al seno della mamma. “Quando gli viene offerto il seno le prime volte” spiega la consulente, “può essere che il bambino non riesca a succhiare, ma si limiti ad odorare o leccare il capezzolo. C’è bisogno di un po’ di tempo e di pazienza per avviare l’allattamento e in questa fase potrebbe essere utile rivolgersi ad una consulente.

Poiché il bimbo prematuro è tendenzialmente sonnolento e si stanca velocemente, la mamma potrà tirare o spremere un po’ di latte, prima di attaccarlo in modo da fargli trovare, sin dall’inizio, un buon flusso di latte. Il fatto che il piccino nato prima del termine abbia bisogno di poppate frequentissime, giorno e notte, è normale dato che riesce a succhiare solo per pochi minuti consecutivi.

Subito dopo le dimissioni, per essere sicure che tutto procede per il meglio si potrà controllare l’aumento ponderale ogni 2 o 3 giorni (a meno che il reparto non abbia fornito indicazioni differenti o che la mamma non si senta tranquilla) e contare i pannolini bagnati che, nell’arco delle 24 ore, devono essere almeno 5-6”.

 

 

Servono sostegno e confronto

Nutrire con il proprio latte un bimbo nato prematuro può richiedere, almeno inizialmente, un po’ di impegno e fatica in più. Possono esserci momenti di sconforto, di stanchezza, di dubbio… “Per questo” commenta Carla Scarsi, “informarsi in merito all’esistenza di un eventuale gruppo di auto-aiuto per genitori, rivolgersi ad una consulente de La Leche League, e mettersi in contatto con altre madri che hanno allattato al seno i loro piccini prematuri, può essere d’aiuto per condividere emozioni e paure, ricevere suggerimenti mirati e incoraggiamento. Il sostegno diventa, infine, indispensabile nel caso in cui la mamma perda il suo piccino, un evento che non si può affrontare senza tanto, tanto supporto emotivo ed affettivo”.

 

 

PER INFORMAZIONI

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Tel. 055/781737-06/5258365 oppure 199 432 326

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